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Ecco cosa gliene frega ad FS ed al governo delle ferrovie minori

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Ecco cosa gliene frega ad FS ed al governo delle ferrovie minori Empty Re: Ecco cosa gliene frega ad FS ed al governo delle ferrovie minori

Messaggio  Giovanni Carboni Mar 26 Giu 2012, 14:06

Quanto alle linee piemontesi sono davvero rattristato. Affidare alle regioni simili decisioni in un Paese che non capisce nulla di ferrovia è stato un errore fatale.
La dirigenza FS si para il sedere ovviamente dicendo (come effettivamente è) che son le regioni a decidere. Le regioni non ci capiscono un accidente e pensano solo a tagliare le spese e favorire il bus di turno. Ad entrambi importa poco di tali linee... ed il gioco e fatto.
E la cosa mi fa rabbia perchè negli altri paesi il sistema è lo stesso ma funziona, segno che la sensibilità degli enti locali esteri per il servizio su ferro è molto più forte e segno che la questione dei "contratti di servizio" e dei finanziamenti regionali al servizio locale su ferro non è sbagliata in assoluto; è sbagliata QUI.
Dall'altro lato bisogna riconoscere che anche se la dirigenza FS a livello legislativo/normativo può scaricare le responsabilità sulle regioni, non si è mai impegnata minimamente per scongiurare queste chiusure; anzi, sicuramente qualche "magheggio" in accordo con le regioni c'è.
Che amarezza...
Giovanni Carboni
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Messaggio  marcops Lun 25 Giu 2012, 19:46

giovanni baldelli ha scritto:E' DI OGGI LA NOTIZIA DEL TGR RADIORAI MARCHE PAROLA DELL' A.D. MORETTI MAURO
nel 2013 l'azienda trenitalia non effettuera' piu' il servizio regionale nella regione a seguito dei mancati finanziamenti da parte dello stato e della regione poi altra confortante notizia i primi giorni dell'anno 2013 la ferrovia Fano urbino sara' ceduta da RFI alla provincia di Pesaro Urbino speriamo che delle due notizie negative nessuna venga contemplata ma il rischio e' sempre piu' alto
CEDUTA A CHE TITOLO? GRATUITAMENTE? e i lavori chi li paga?

BASTA MI SONO ROTTO. Se alla gente di questa ferrovia non gliene frega più niente si accorgeranno quanto meglio gli porterà sta benedetta ciclabile.

Glielo abbiamo detto in tutte le lingue.
L'abbiamo fatto capire in tutti i modi.
E' come combattere con i mulini a vento di Don Chisciotte, come parlare al muro e come essere respinti da un muro di gomma.

Se la democrazia in Italia è questa, meglio che ci mettiamo in classifica sotto l'UGANDA.

Personalmente a tutti i dibattiti pubblici ho solo sentito e visto gente interessata al treno e altra gente convinta dalle arringhe di qualche politico che con discorsi futuribili ha invocato un discorso "vacuo" come la felicità e il benessere.
Che trova un gusto tutto personale e personalizzabile.
Piuttosto che l'essere felici, io cercherei di far felice qualche elettore.
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Ecco cosa gliene frega ad FS ed al governo delle ferrovie minori Empty DA DOMANI ADDIO FERROVIE IN PIEMONTE

Messaggio  tenius Sab 16 Giu 2012, 17:56

DAL FATTO QUOTIDIANO DI OGGI:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/06/16/piemonte-interrotte-12-linee-ferroviarie-cota-squilibrio-tra-costi-e-ricavi/265431/

Piemonte, interrotte 12 linee ferroviarie. Cota: “Squilibrio tra costi e ricavi”

Lo stop sarà effettivo da domenica 17 giugno. L'assessore ai trasporti: "Tratte sostituite dai bus, si risparmierà. Tempi di percorrenza non molto superiori". I pendolari: "Nessun confronto con noi o con gli enti locali più vicini al territorio"

Una cessazione improvvisa e simultanea di così tante linee ferroviarie non si era mai vista in Italia. Nel tagliare i fondi al trasporto pubblico locale la Regione Piemonte guidata dal leghista Roberto Cota, d’intesa con Trenitalia, ha deciso di interrompere sine die l’esercizio ferroviario di ben 12 linee. A partire da domenica 17 giugno 2012. Le linee sono Alba-Asti, Alba-Alessandria, Asti-Casale-Mortara, Cuneo-Mondovì,Cuneo-Saluzzo-Savigliano, Novi-Tortona, Alessandria-Ovada, Casale-Vercelli, Santhià-Arona, Pinerolo-Torre Pellice, Chivasso-Asti, Ceva-Ormea. Sono linee che appartengono alla storia d’Italia, inaugurate tra la fine dell’ 800 e i primi anni del 900, quando gli abitanti erano molto inferiori a quelli attuali, ma era ovviamente molto più basso il tasso di motorizzazione privata. La motivazione ufficiale del “colpo di Cota” della giunta regionale del Piemonte – che tra l’altro rischia di nuovo, nelle prossime settimane, l’invalidazione delle elezioni del 2010 causa l’accertamento che erano false le firme di una delle sue liste – è che le linee erano ormai largamente sotto-utilizzate e che lo squilibrio tra costi d’esercizio e ricavi era ormai al di sopra di ogni sostenibilità.

Per l’assessore ai Trasporti Barbara Bonino, i ricavi dalla vendita dei biglietti o degli abbonamenti per queste linee erano ormai inferiori all’8% di quanto invece si spendeva per l’esercizio. E che sostituendole con i bus si risparmierà, e i tempi di percorrenza non saranno molto superiori. “Ma non abbiamo mai avuto la possibilità di leggere dati precisi. Da anni Trenitalia non fornisce statistiche verificabili sulla frequentazione dei treni, neanche quando a chiederlo sono i sindaci” ci dichiara Agostino Petruzzelli del coordinamento Pendolari del Piemonte. “Qui non c’ è stato nessun confronto, né con noi, e neanche con gli enti locali più vicini al territorio”. E infatti protestano i sindaci delle località coinvolte dai tagli. Il Presidente della Provincia di Torino Saitta, ha addirittura viaggiato coi pendolari della Torre Pellice Pinerolo alla vigilia della chiusura. Ha sostenuto che “la linea soppressa da lunedì costa all’anno procapite un massimo di 12mila euro, mentre la Novara/Varallo che viene mantenuta è la più cara del Piemonte e costa all’anno un massimo procapite di 37mila euro. Mi chiedo se la scelta dipenda da criteri economici o politici”.

Il presidente della Provincia fa riferimento a uno dei principali cavalli di battaglia della opposizione di centro sinistra alla soppressione delle linee. Prendiamo ad esempio dalle dichiarazioni della consigliera Sel Monica Cerutti e dei consiglieri del Pd. “Prima le linee da chiudere erano 14. L’assessore Bonino ha poi presentato una terza versione delle linee da sopprimere, escludendo la Novara – Varallo e la Vercelli – Casale, asserendo (ma anche smentendo se stessa) che in questi casi il servizio sarebbe stato garantito attraverso le ferrovie e non più attraverso i pullman. Non solo, ma mentre per le altre linee ha fornito una serie di dati alla Commissione, che a suo dire avrebbero giustificato la loro soppressione, ha omesso di illustrare i dati sul traffico riguardanti queste due tratte, e in particolare della Varallo – Novara. Abbiamo poi ricostruito che costa più di quelle soppresse, ma è una delle poche zone in cui il centro-sinistra non ha ancora prevalso”.

Considerazioni analoghe le fanno i 5stelle: la sperimentazione annunciata sulle linee “graziate” di Varallo e di Vercelli – ovvero soppressione dei bus paralleli, per rafforzare i treni – andava fatta su tutte le linee, invece che sopprimere i treni. Vanda Bonardo, ex presidente regionale di Legambiente e attuale coordinatrice ambiente e trasporti di Sel, dice che hanno prevalso considerazioni del tutto settoriali di “Trenitaglia” senza puntare a nessuna ri-promozione dei treni, al contrario di quel che si tenta di fare con gli impegni per il Tav. Tornando alla Provincia di Torino, Saitta ha rilanciato la proposta del tram treno nel Pinerolese: “Per il trasporto su strada e su rotaia sono stati fatti investimenti recenti per centinaia di migliaia di euro dopo le alluvioni del 2000 in questa zona e oggi la Regione con i suoi tagli annulla un impegno considerevole. Se il piano avesse una coerenza economica, si potrebbe ragionare sulla riduzione dei costi del servizio ferroviario: sulla Pinerolo/Torre Pellice si potrebbe sostituire il treno con il tram, ottenendo dalle Ferrovie l’uso dei binari”. Ma intanto sui binari delle 12 linee crescerà l’erba, in attesa di vedere se qualcuno avrà in futuro le risorse e la forza politica per riutilizzarli.
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Ecco cosa gliene frega ad FS ed al governo delle ferrovie minori Empty E' DI OGGI LA NOTIZIA DEL TGR RADIORAI MARCHE PAROLA DELL' A.D. MORETTI MAURO

Messaggio  giovanni baldelli Lun 11 Giu 2012, 18:11

E' DI OGGI LA NOTIZIA DEL TGR RADIORAI MARCHE PAROLA DELL' A.D. MORETTI MAURO
nel 2013 l'azienda trenitalia non effettuera' piu' il servizio regionale nella regione a seguito dei mancati finanziamenti da parte dello stato e della regione poi altra confortante notizia i primi giorni dell'anno 2013 la ferrovia Fano urbino sara' ceduta da RFI alla provincia di Pesaro Urbino speriamo che delle due notizie negative nessuna venga contemplata ma il rischio e' sempre piu' alto

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Messaggio  tenius Sab 14 Apr 2012, 12:11

Giustificano sempre i tagli per via dei pochi passeggeri e ci credo, la tattica è sempre la stessa del resto: ad ogni orario in queste linee minori tagliano treni, tant'è che ne rimangono spesso un coppia o una tripla al dì, in orari improbi a lavoratori e studenti con buchi di ore e ore, e sempre volutamente i treni arrivano d'orario 5' dopo la partenza di coincidenze, fermate e condizioni infrastruttura ferroviaria lasciate in condizioni pietose, ci credo che non li piglia nessuno poi sti benedetti treni. Come fu per la Fano-Urbino del resto, più il "fattore Forlani" ovvio.
Si vocifera poi che tra le cause della chiusura, oltre al "groppone" in meno per RFI anche a Trenitalia faccia comodo il vecchio materiale diesel impiegato in tali linee (668, 663, e qualche 445 e 2 minuetti TD) che verrebbe spostato in Veneto e altre regioni con TD, visto che Trenitalia non sta più investendo su materiale Diesel (volutamente) e si va avanti finchè le vecchie caffettiere non tirano le cuoia. E credetemi visto dall'interno della ferrovia è proprio così: conta solo l'AV per l'attuale dirigenza, il resto non gliene può fregà di meno, è desolante. Purtroppo questo è il paese di cacca dove viviamo e ricordatevelo quando votate PD,PDL,UDC o altri maiali di tale risma.
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Messaggio  tenius Sab 14 Apr 2012, 11:52

Mentre in Germania con lungimiranza si quadruplicano linee, se ne costruiscono di nuove e se ne riaprono alcune chiuse anche da 50 anni, qua si sfalcia a destra e a manca, oltre ai tagli già avvenuti in Campania, Basilicata, Abruzzo, Marche.

CRONACA

Rivoluzione nel trasporto ferroviario, cancellate 12 linee minori, bus al posto dei treni

A finire sotto la scure, forse già a partire da dicembre, sono la Alba-Asti, Alba-Alessandria, Asti-Casale-Mortara, Cuneo-Mondovì, Cuneo-Saluzzo-Savigliano, Novi-Tortona, Alessandria-Ovada, Casale-Vercelli, Santhià-Arona, Pinerolo-Torre Pellice, Chivasso-Asti, Ceva-Ormea. La notizia si è diffusa, ieri, a Roma in occasione della presentazione dei nuovi treni regionali. Entro fine anno ci sarà una rivoluzione del trasporto locale con la cancellazione di dodici linee ferroviarie minori per una riduzione complessiva di 80 treni al giorno. Di queste linee tre ricadono sulla provincia di Asti. Un totale di un'ottantina di treni al giorno sostituiti da corse in autobus. La notizia si è diffusa, ieri, a Roma in occasione della presentazione dei nuovi treni regionali. L'assessore ai trasporti Barbara Bonino ha ricevuto dall'amministratore delegato di Ferrovie di Stato, Mauro Moretti, i primi due treni nuovi Vivalto per i pendolari, che saranno immessi sui binari piemontesi il primo a luglio, l'altro a settembre. Altri quattro, per un totale di 30 carrozze, arriveranno il prossimo anno. Se da un lato ci sono novità positive in termini di rinnovamento del parco locomotori e carrozze dall'altro pesa il pacchetto di tagli sulle linee minori, in perdita e con pochi passeggeri. La drastica riduzione è spiegata con i tagli dei fondi statali per il trasporto pubblico, passati dai 280 milioni di euro nel 2010 ai 239 attuali.
"Le linee ferroviarie in perdita clamorosa saranno eliminate - spiega l'assessore ai Trasporti Bonino - e sostituite con corse di autobus. Del resto è impossibile sopportare economicamente un servizio dove al massimo ci sono sette passeggeri al giorno". Ben più affollati sono invece i treni dell'area metropolitana di Torino tanto da spingere la Regione a decidere di piazzare proprio sulle linee del nodo torinese i primi due treni nuovi in arrivo in Piemonte. Di diverso avviso Fabio Lavagno e Vanda Bonardo del coordinamento regionale dei trasporti Sel "Questo non è il risultato di un serio intervento di razionalizzazione ma soltanto l’effetto di un taglio violento di risorse destinate al trasporto pubblico. Spiace constatare questi fatti, considerato che in Piemonte esiste una rete diffusa a copertura quasi totale del territorio regionale. Si tratta di una delle migliori reti in Italia (circa 2000 chilometri di linee), già predisposta per essere colonna vertebrale per il sistema-trasporto regionale e nazionale/internazionale e che in tal modo rischia di essere una potenzialità dispersa”.
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